Wanted Primo Maggio 2016 il report

Wanted Primo Maggio: risultato conclusivo molto positivo per la sesta edizione della manifestazione. Un’attività senza fini di lucro che ha impegnato un circuito di musicisti e addetti ai lavori sparso in tutta Italia per sei lunghi mesi e che ha culminato con il concertone torinese presso Hiroshima Mon Amour. Doverosi i ringraziamenti ai tanti che hanno collaborato in modo generoso e volontario, ai responsabili regionali, ai rock club che hanno ospitato le selezioni per il Contest, ai media che hanno fatto eco all’evento e in particolare al mensile Classic Rock Italia che ha supportato con entusiasmo l’iniziativa. Un particolare ringraziamento a Renato Marengo che si è speso parecchio per rendere ancora più capillare l’iniziativa ideata e diretta sin dagli esordi da Giulio Tedeschi (Toast Records, AudioCoop Piemonte).
L’ultimo atto dell’evento si è consumato, come da tradizione, c/o Hiroshima Mon Amour, domenica primo maggio, in una Torino color piombo. Soundcheck dalle 15.00 alle 18.00 quando prende il via la finale di Wanted Contest che durerà sino alle 20.00.
Il palco si illumina a quell’ora. Dave DJ inizia a rollare suoni. Ancora poche le persone in platea. Il Direttore Artistico introduce la manifestazione. Apre la cantautrice Jess (Jessica De Pascale), vincitrice del Contest per la regione Liguria. Jessica si esibisce in un set delicato ed espressivo. Continuano i bolognesi Gota. Sono rilassati e sembrano a loro agio. Propongono un piacevole easy rock che amano definire neofolk. Continuano le TestHarde. Quattro ragazze toste. Molto convinte. Con una presenza scenica vagamente glam. Spiattellano senza incertezze due rockacci duri e puri, con una ballad come intermezzo. Da sottolineare la padronanza scenica e strumentale di tutto rispetto. Rappresentano il Lazio. Il quarto progetto arriva da Palermo dopo tutta una serie di traversie “aeree” per raggiungere Torino in tempo. Sono i 12 Bar Blues Revolution, conosciuti con l’abbreviazione di 12 BBR. Compongono in modo essenziale ma ricco di calore. Di seguito, i piemontesi Hooligans’Mountain, eccentrici quanto basta, con echi nord europei e improvvise vibrazioni folk. Colpiscono per il loro giovanile entusiasmo, per l’uso di strumenti non usuali e per gli sgargianti kilt che portano con orgoglio. Chiude questa prima fase il napoletano Roberto P. Ormanni con il suo Quartet. Pathos interpretativo notevole e musica d’autore, mai banale. Mancano all’appello i Chiamata Urgente che avrebbero rappresentato la Lombardia.
La Giuria, coordinata da Giulio Tedeschi, si compone da Sergio Cippo (Queen Music), Davide Salvatore (Rock & Folk), Daniele Santiago Trogolo (Miscela Rock Festival). Dopo un paio di ore vengono annunciati i vincitori. Sono i 12 Bar Blues Revolution.
Tutto scorre con prevista ed ordinata velocità: alle 21.00 parte la fase Festival, composta da Artisti indipendenti invitati all’evento. Apre Ema Olly, con l’inseparabile violoncello elettrificato e una performance che incanta, tra classico ed electro. Il giovanissimo musicista propone quattro brani tratti dal debutto discografico per Toast Records “Icarus”. Breve pillola poetica con il reading di Max Ponte, Bruno Rullo e Eliana Deborah Langiu a cui segue Calfa Pietro & il Consorzio Musicisti Riuniti. La proposta è debitrice della migliore tradizione cantautorale italiana. Seguono i Progetto Luna, con una sorprendente formazione rivisitata che produce un affascinante risultato finale.
A questo punto, sul palco, viene ricordato da Giulio Tedeschi e da Massimo Zucchetti (giornalista de Il Manifesto) l’amico comune Luigi Tempera, bluesman precocemente scomparso nel 2014 a cui è dedicata la manifestazione.
Dopo l’emozione inevitabile la serata riprende il volo sulle note super elettriche degli Atropina, convinta punk band valsusina. Subito dopo arriva il guitar trio capitanato dal chitarrista Marco Roagna che magnetizza ed affascina la platea con una maestria sonora veramente rara.
La lunga giornata, all’insegna di musica e diritti, si chiude in bellezza con la performance dei Truzzi Broders, storica band di rock metropolitano che da decenni tiene vivo lo spirito di un certo punk italiano delle origini, oscillando tra ribellismo ed ironia. Ma non prima di dare spazio a un’altra pausa curata dai tre poeti Max Ponte, Bruno Rullo e Eliana Deborah Langiu che intrattengono i presenti per circa dieci minuti, chiudendo l’intervento con una filastrocca che oscilla tra echi tardo futuristi e nonsense anni settanta.
I Truzzi Broders superato il momento “lirico”. Dopo un breve attimo di incertezza partono con una sarabanda musicale che non sembra sfiorata dal peso del tempo. Il manipolo di fans riuniti per l’occasione sono estasiati. Alcuni dei quali mormorano, con venerazione, i testi, come fossero preghiere.
Non è ancora battuta la mezzanotte. Luci spente, solo il bar rimane acceso a schizzar via le ultime birre. Fuori i soliti tiratardi commentano la giornata con una sigaretta tra le dita.
Organizzato da Toast Records con il supporto di Classic Rock Italia, la preziosa collaborazione di Hiroshima Mon Amour, Audiocoop Piemonte e Valle d’Aosta, AudioCoop Liguria, con l’appoggio di To.Indies, Miscela Rock Festival, Cuncertass, Bob Bandsof Bologna, Mumble Rumble e l’aiuto di Renato Marengo, Tiziano Di Cara, Piero Lonardo, Giuseppe Galassini, Alessandro Armosino, Max Maffia, Mauro Boglione, Sergio Cippo, Fabrizio Gargarone.